Ponte dell’Immacolata a New York

New York è sempre bellissima sotto le feste di Natale: ogni albero è interamente ricoperto
di piccole luci monocromatiche, ovunque spuntano installazioni colorate, gli addobbi natalizi
e gli allestimenti delle vetrine, magistralmente studiati per catturare l’attenzione dei passanti,
sono vere e proprie opere d’arte.

 

Tiffany’s

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per non parlare dell’edificio di Tiffany o addirittura quello della Disney che si trasforma in
un vero e proprio spettacolo teatrale. Sul prospetto principale infatti una miriade di lucine
il castello stilizzato della sigla d’apertura dei suoi film e cartoni. A orari prestabiliti senza
preavviso rimani incantato: luci e musica danzano in sintonia, illuminando il palazzo sulla 7th Av.

 

Disney store

La prima volta che misi piede in questa città, e nello specifico a Manhattan, fu più di vent’anni fa,
quando ancora le torri gemelle si ergevano luminose e si poteva accedervi liberamente,
rimirando il bellissimo panorama a 360° dalla terrazza sul tetto, senza le fastidiosissime ed ingombranti

gabbie dell’Empire State Building.

 

Due cenni storici

La città negli anni, ovviamente, è un po’ cambiata ma non come Londra, Parigi, Milano,
… e altre metropoli che per loro conformazione hanno ancora molto margine per un espansione
urbanistica, anche e spesso recuperando quartieri degradati. Qui invece il territorio è limitato dai
due fiumi, l’Hudson e dall’East River che lo racchiudono e l’unica dimensione utile di ampliamento
è quella verticale.
Forse non tutti sanno che gli urbanisti imposero a Manhattan un rapporto prestabilito tra l’altezza
del nuovo grattacielo e la distanza fra esso ed il prospiciente. Inoltre la sagoma avrebbe dovuto
rastremarsi verso l’alto per agevolare l’illuminazione degli spazi e delle strade. A Dicembre ho notato
numerosissimi cantieri edili, gru fissate sulla cima di edifici, nuovi  grattacieli in costruzione sempre più alti.
E’ dunque palese che questo vincolo sia stato definitivamente abbandonato e con esso la percezione
armonica degli spazi. Peccato!

 

Il Rockefeller Plaza
Negli anni ’90 prima dell’insediamento del sindaco Giuliani era alquanto pericoloso aventurarsi per
quartieri come il Bronx, o Harlem ma anche a Soho (un mio amico fu derubato in una via laterale
della 5th Av in pieno centro) e altri che oggi sono diventati cool e trendy, come il Meatpacking  District,
l’East Village ed il già citato Soho, perfino Brooklyn.

 

Le novità

A parte tutte le varie attrazioni famose della “Grande Mela”, tra cui il Guggenheim Museum, la Pubblic Library,
l’Empire State Building, la statua della Libertà, Central Station, già viste e riviste in precedenza,
non potevo, ovviamente, non andare a visitare le novità ultimate nell’ultima decade: la High Line ed
il World Trade Center (in precendeza, subito dopo l’11 settembre chiamata Ground Zero), ove si trovano
anche il Memorial, l’Oculus ed il One World Observatory.

 

L’Oculus

Quindi presa la linea R della Subway scendo a Cortland St. Uscendo dalla metropolitana  obbligatoriamente
si accede all’Oculus, il WTD Transportation Hub, che ingloba all’interno anche un centro commerciale.
Questa struttura, progettata da Santiago Calatrava ti proietta nel futuro. Ogni superficie è  bianca,
quasi abbagliante, vi è anche uno schermo a cristalli che si estende lungo tutta un corridoio, proiettando,
oltre a vari spot pubblicitari, un treno della metropolitana in movimento, come se il corridoio
fosse la banchina tra i binari.

 

L’Oculus – Esterno
L’Oculus – Interno

Per accedere alla Freedom Tower devi uscire ed attraversare la piazza con al centro l’ 11 Memorial & Museum.

 

Il Memorial
Questo monumento commemorativo è a dir poco toccante. L’idea è geniale, in loco del sedime delle due torri

gemelle implose, sono state realizzate due grosse vasche quadrate rivestite di pietra nera scura.
Al centro delle rispettive basi vi sono altre due cavità della stessa forma, ma di dimensioni più esigue.
Un continuo specchio d’acqua scorre su tutti i lati e viene risucchiato all’interno dei bacini più piccoli.
Si ha la sensazione che una forza oscura trascini verso il centro della terra ed il rumore fragoroso
dell’acqua esaspera l’effetto. Inoltre sul bordo superiore del relativo parapetto sono stati incisi i nomi
di tutte le persone scomparse in quel tragico episodio (11 settembre 2001).

 

 

Freedom Tower
La Freedom Tower, progettata da Daniel Libenskin fa parte di un complesso di altri 4 grattacieli.

Essa con i suoi 1776 piedi (416 metri) è uno dei sei edifici più alti al mondo. Il numero 1776 rappresenta
l’anno della dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti.

 

La Freedom Tower
La città dall’Observatory
L’Observatory è tra il 100 e il 102 esimo piano della Freedom Tower. Da qui si gode un meraviglioso
panorama. Penso di avere scattato circa 50 foto. Intriganti le immagini proiettate sulle pareti dell’ascensore
che conduce al Discovery Level. Esse infatti sono interamente rivestite da schermi a cristalli che riproducono,
man mano che si sale, la metamorfosi di Manhattan e del ponte di Brooklyn dal XIX secolo ad oggi.
L’ultima mia volta a Manhattan fu nel 2009, a fine gennaio. Il WTC (World Trade Center)
era ancora un cantiere, non si vedeva ancora nessuno di questi edifici.

 

La High Line
Se hai voglia di fare due passi o jogging, recati alla High Line, una promenade sopraelevata in loco
dei dismessi binari della vecchia ferrovia merci della West Side.
Sperando che lo staff, “gli amici della High Line”, nel frattempo abbia migliorato la manutenzione
del verde. Forse la stagione non era la migliore ma ahimé l’ho trovata relativamente in stato
d’ abbandono con piante secche e aiuole ricoperte da parecchie infestanti.
Ad eccezione dell’ultimissimo tratto settentrionale.

 

La High Line
Essendo una giocatrice di golf non ho potuto non notare mentre passeggiavo, il Tee Cup all’altezza
del Pier 59, un campo pratica a con tanto di greens.

 

Tee Cup
Sono stata solo tre giorni ma non potevo non fare un po’ di shopping a Soho, vedere Times Square,
passeggiare in centro nella 5th e nella Madison Av., godere lo spettacolo dei pattinatori
al Rockefeller Center, divorare una cheese cake da Junior’s, fare una capatina al MoMa,
nonché una camminata a Central Park sotto la neve.

 

Il cortile del MoMa
Tre giorni per assaporare lo spirito natalizio con l’entusiasmo contagioso del popolo americano;
anche se devo dire che al rientro ho apprezzato le luminarie di Genova: mai stata così festosa e agghindata a festa.
Sarà l’inizio della ripresa? Lo spero.

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